The Conversation: vecchie bugie per vecchi attori

The Conversation: rigore accademico, fiuto giornalistico” (sig!)

Alcuni giorni fa la nostra community di Telegram ha dato vita ad una interessante e animata discussione riguardo l’ennesimo studio, riportato dai media, contro il vaping.

Uno degli aspetti che si è evidenziato è l’impossibilità, a volte, di confutare i risultati per l’oggettiva mancanza di argomentazioni contrarie. Il più delle volte è solo questione di tempo affinché queste arrivino ma se vogliamo avere, come movimento, credibilità e onestà intellettuale non possiamo certo inventare dati e trarre conclusioni fallaci.

Cosa che, invece, risulta assai facile ai detrattori di questo strumento di riduzione del danno.

La notizia di cui vi parlo oggi ben rappresenta questa situazione

La conversazione a senso unico

The Conversation ha lanciato un’altra diatriba anti-svapo nella sua recente serie di storie distorte e fuorvianti sullo svapo, questa volta firmata dal promotore seriale anti-vaping e hater dei vaper, Simon Chapman.

Naturalmente, The Conversation rifiuta i commenti sul sermone di Chapman nel caso in cui le deboli argomentazioni vengano contestate e si rivelino prive di fondamento. 
La conversazione “dovrebbe essere ribattezzata Il monologo .

Pertanto, ho preparato una risposta ad alcune delle più eclatanti disinformazioni che promuove.

“Le prove che il vaping possa aiutare i fumatori a smettere sono deboli”

Questa affermazione è palesemente falsa. 

La Cochrane Review del 2022 ha concluso che “ci sono prove con alta certezza che le sigarette elettroniche con nicotina aumentano i tassi di abbandono rispetto ad altre terapie sostitutive della nicotina”. 
Una recente analisi di 171 studi randomizzati su tutti i farmaci per smettere di fumare da parte del National Institute for Health Research del Regno Unito ha concluso che lo svapo è l’aiuto più efficace per smettere di fumare.

Questi studi sono supportati da prove dell’efficacia del vaping fornite dai servizi per la cessazione del fumo del Regno Unito ( qui ), studi osservazionali [ qui , qui , qui ), studi sulla popolazione ( qui , qui ) e dai rapidi cali dei tassi di fumatori nelle nazioni dove lo svapo è facilmente accessibile. ( qui )

The Conversation

“La storia si ripete con lo svapo”

Chapman afferma che stiamo ripetendo l’errore di introdurre un altro prodotto mortale in quanto ci sono voluti decenni per scoprire il danno provocato dalle sigarette. Tuttavia, sono stati pubblicati migliaia di studi peer-reviewed sullo svapo ed è probabile che i rischi a lungo termine derivanti dal vaping siano davvero molto piccoli.

Chapman afferma (ancora una volta) che la cifra del “95% più sicuro” da una stima del 2014 non è valida. 
Tuttavia, ripetute analisi hanno confermato questa valutazione. 
Una recente revisione completa commissionata dal governo inglese nel 2022 ha concluso che “la stima ‘almeno il 95% meno dannoso’ rimane ampiamente accurata, almeno per periodi a breve e medio termine” e che “il vaping comporta una piccola frazione dei rischi per la salute rispetto al fumo”.

Chapman afferma che le ricerche hanno scoperto che “contengono agenti cancerogeni noti per causare il cancro ai polmoni”, ma non menziona il fatto chiave che la dose è solo una piccola frazione del livello presente nel fumo. È stato stimato che l’eccesso di rischio di cancro ai polmoni nel corso della vita dovuto al vaping sia 50.000 volte inferiore rispetto al fumo.

L ‘”associazione” dello svapo con l’asma non ha senso. Non ci sono prove che lo svapo provochi l’asma nello studio citato o in altri studi .

Svapo passivo

Un altra argomentazione di Chapman fa riferimento alla ricerca secondo la quale le aree “al chiuso” con molti vapers contengono “concentrazioni di particolato aereo più elevate rispetto ai bar affollati nei giorni in cui era consentito fumare”.

Tuttavia, a differenza del fumo passivo, finora non ci sono prove che lo svapo sia dannoso per gli astanti ( qui , qui ). Quantità trascurabili di sostanze chimiche vengono rilasciate nell’aria circostante ( qui , qui , qui , qui ). Il vapore è meno tossico della maggior parte degli aerosol domestici (cucina, candele) e dell’inquinamento atmosferico. Inoltre, le goccioline di aerosol liquido dal vapore evaporano e si disperdono in pochi secondi , molto più rapidamente delle particelle solide nel fumo.

È tutto uno stratagemma dell’industria del tabacco!

Quando tutto il resto fallisce, è tempo di giocare la carta dell’industria del tabacco. Chapman vuole farci credere che lo svapo sia uno stratagemma di Big Tobacco. 
Ancora una volta, ma che stai a dì? (cit.)
Big Tobacco non ha inventato il vaping ed è entrato nel mercato solo quando era chiaro che lo svapo era una minaccia dirompente per il business delle sigarette. L’industria del tabacco controlla non più del 20% del mercato globale del vaping.

In ogni caso, se le aziende produttrici di tabacco passano a prodotti di svapo più sicuri e riducono le vendite di sigarette, non può che essere una buona cosa. Opponendosi allo svapo, Chapman sostiene proprio ciò che vuole sradicare , le sigarette e il fumo combusto.

“Il vaping negli adolescenti sta crescendo notevolmente”

Questo commento allarmista ignora il fatto chiave che la percentuale di minori che utilizzano i vaporizzatori è bassa e di breve durata ed è di trascurabile importanza per la salute pubblica nei non fumatori. 
L’uso quotidiano da parte dei non fumatori è raro nei paesi occidentali ed è per lo più <2% ( Inghilterra , Stati Uniti , Canada ).

Ancora più importante, è sempre più chiaro che il vaping sta distogliendo i giovani dal fumo più che incoraggiandoli a fumare ( qui , qui , qui , qui ). 
A livello di popolazione, i benefici netti dello svapo superano i temuti danni per i giovani.

Il vaping è una minaccia per alcuni professionisti del controllo del tabacco

Alcuni professionisti del controllo del tabacco vedono lo svapo con nicotina come una minaccia alla loro eredità e prestigio. Il vaping è stato sviluppato al di fuori del movimento per il controllo del tabacco e dell’industria farmaceutica e innesca la sindrome NIH (“not invented here”). 
Ci si oppone perché non è stata una loro idea, e soprattutto perché ha la temerarietà di essere dannatamente efficace. Lo svapo minaccia la narrativa di sola astinenza che li ha visti impegnati a promuovere in tutta la loro vita professionale.

Secondo lo scienziato comportamentale Rory Sutherland, nel suo libro Alchemy: The Surprising Power of Ideas that Don’t Make Sense , l’ultima cosa che vogliono sentire è che “il problema a cui hai dedicato la tua vita e da cui deriva il tuo stato sociale non è più un problema.”

Photo credit: [Ross] on VisualHunt

Giuliano Abate
Giuliano Abate

Esploro il futuro visitando il passato, nasco fotografo ma vivo d'altro. Odio i pregiudizi e ai titoli preferisco gli articoli di fondo. Scrivo e mi interesso di riduzione del danno e delle tematiche ad esse correlate.

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